11) Storia di Roberta

Gentile Veronica,
ho letto il Suo interessante blog e ho deciso di raccontarLe anche la mia storia, nella speranza di fornire indicazioni utili a ragazze e donne che soffrono di questa “subdola e insidiosa” malattia.
A soli 11 anni ho avuto la prima mestruazione accompagnata da insopportabili dolori, ma mi dicevano: “Le donne una volta al mese devono soffrire”, e così, fin da piccola, me ne sono fatta una ragione, pensando che fosse inevitabile.
Dopo anni di “esiti negativi” ad ogni tipo di visita ed esame, a 28 anni sono stata operata grazie ad un ginecologo che, visitandomi in pronto soccorso, mi ha subito diagnosticato un’endometriosi al setto retto-vaginale.
Ricordo ancora la frase del primario che mi ha visitata dopo l’intervento: “Lei con l’endometriosi dovrà convivere per tutta la vita”. Pensai (sbagliando): “Che esagerato!”. 
Fino all’anno scorso ho “tirato avanti”: più di 20 anni di anticoncezionali (con tanti effetti collaterali), e la comparsa, qualche anno fa, di due intolleranze (a lattosio e lievito) che, l’ho scoperto poi, sono strettamente collegate all’endometriosi. (Provi solo per un attimo ad immaginare una vita senza lattosio e senza lievito!)
Fortunatamente (se così si può dire) la mia vita sentimentale è stata molto travagliata, quindi, a differenza di tante altre donne, non ho mai provato il calvario che deve affrontare chi desidera un figlio che non arriva.
L’anno scorso sono stata operata per la seconda volta, l’intervento sembrava riuscito, avendo riscontrato solo aderenze utero-ovaio-sigma, ma…dopo una settimana…di nuovo i dolori!
Ora, a 41 anni, dopo un periodo di menopausa farmacologica, e doppi cicli di anticoncezionali, vivo nel terrore di “quei giorni”; mi sembra di giocare a nascondino con la mia endometriosi, che non risulta né dagli esami né durante le visite, ma che periodicamente si fa risentire.
La mia vita prosegue in attesa che arrivi il giorno in cui andrò finalmente in menopausa, anche se mi piacerebbe tanto farmi togliere anticipatamente queste per me inutili ovaie, per farne un bel paio di orecchini, risolvendo il problema radicalmente ma, soprattutto, definitivamente!
Spero che la mia testimonianza possa servire alle ragazze giovani che, come me anni fa, pensano di avere tanto tempo davanti a loro, e poi, quando se ne rendono conto, il tempo è passato e, ahimè, l’orologio biologico è scaduto, sigh.
La ringrazio per la Sua attenzione, mi complimento per il Suo blog e, in attesa di leggere il Suo libro, La saluto cordialmente.
Roberta

Roberta quanto danno ha fatto la frase “le donne una volta al mese deve soffrire”!
Grazie per averci raccontato di te.
Veronica