Ciao Vero,
tu ed io ci “conosciamo” già attraverso una comunicazione “privata” via mail, ma finalmente mi sono decisa a parlare “pubblicamente” della mia storia, perchè se potrà servire ad aiutare anche una sola donna a ridurre i tempi di diagnosi e “cura”, allora sarò profondamente felice ed il mio percorso mi sembrerà sempre doloroso, ma utile.
Mi chiamo Katiuscia, vivo a Milano (non in un piccolo centro sperduto chissà dove, ma in una città “ricca” di strutture mediche, che potrebbero E DOVREBBERO conoscere la malattia e, non sottovalutandone gli effetti devastanti, diagnosticarla IN TEMPI BREVI!!!).
Il mio “calvario” inizia circa 17 anni fa, all’ età di 16 anni nel 1991, ma la diagnosi di “endometriosi peritoneale” arriva solo nel 2001 (…ben dieci anni dopo!!! Quel tempo sarebbe stato importantissimo per poter, quantomeno, limitare i danni provocati dalla malattia).
Durante quei primi dieci anni ho sempre sofferto, avevo ad ogni ciclo dolori lancinanti, che hanno reso difficile “vivere normalmente”; inutile dire che mi sono rivolta ad uno specialista, il quale mi parlava inizialmente di problemi legati allo sviluppo (…fino a 25 anni, vi pare possibile??), successivamente di “qualcosa” che poteva dipendere da patologie collegate al colon… Mi fidavo del medico che mi seguiva ed ero completamente ignorante in materia di endometriosi!!
Per farla breve, nel 2001 tramite una conoscente, mi reco dal medico che ringrazierò per tutto il resto della mia vita, il quale, senza nemmeno bisogno di una ecografia, ha capito di cosa si trattasse ed una settimana dopo subisco il primo intervento in laparoscopia che conferma quanto aveva
intuito: ENDOMETRIOSI PERITONEALE AL IV STADIO.
Dal 2001 ad oggi, ho subito 5 laparoscopie, l’ ultima ad ottobre 2008 in cui, purtroppo, ho ricevuto la notizia che l’ endometriosi non era più “esterna”, ma aveva intaccato l’ utero (ADENOMIOSI O ENDOMETRIOSI INTERNA) e l’ unica possibilità per “liberarsi” di questa “bastarda” che si è portata via, giorno per giorno, con pazienza e costanza, una parte di me e della mia vita sarà l’ asportazione dell’ utero (non ora, perchè sono ancora troppo
giovane…)
Ma in tanto dolore, c’è un lato positio, INFINITAMENTE POSITIVO, che spero dia speranza a tante altre donne: sono riuscita ad avere un figlio senza ricorrere alla fecondazione assistita e deo tutto a due medici splendidi che stanno dedicando parte della loro vita alla diagnosi ed alla lotta contro questa malattia.
Ad ogni donna affetta da endometriosi che avrà voglia di leggere la mia storia, spero possa arrivare un messaggio di speranza: NOI NON SIAMO SOLTANTO DONNE MALATE, MA CHE LOTTANO OGNI GIORNO CONTRO UNA MALATTIA DEVASTANTE, CHE PERO’ POTREMO, DOVREMO RIUSCIRE A SCONFFIGGERE, con l’informazione e la conoscenza.
Vi abbraccio tutte.
Katia
Carissima … una donna chiede consigli prima di te … sui centri di fecondazione assistita. Potresti lasciarle un messaggio e portarle la tua testimonianza positiva? In effetti … sono poche le donne con anche l’adenomiosi a riuscire a restare incinte … sono davvero contenta che tu possa dare speranza a tutte loro.
Grazie mille per la tua testimonianza … è preziosa.
Un bacione
Vero