390) Storia di Anna

Ciao Veronica,
da tempo mi sono ripromessa di raccontarti la mia storia ma come ben saprai iniziare non è semplice.
Ho letto entrambi i tuoi libri e se nel primo ho provato grande empatia per la sofferenza espressa,
soltanto in Condividendo ho ritrovato qualche pezzo di me, in particolare mi sono ritrovata nelle parole di Elena.
Ascoltare le storie di tutte queste donne e dei loro dolorosi percorsi per arrivare alla maternità
genera in me un profondo senso di rispetto che diventa quasi un muro.
Un muro che credo però necessario perchè raccontare il mio percorso di vita così diverso dal loro
può costituire fonte di ulteriore sofferenza.
Ho 48 anni, sposata da 23 (ho conosciuto mio marito all’Università) sono una ex-donna in carriera,
pienamente realizzata sul piano lavorativo e personale.
Non ho figli e come coppia non ne abbiamo mai sentito veramente la necessità, non dico il desiderio,
perchè molti anni fa per un breve periodo di semi tranquillità lavorativa ci siamo detti…”se arrivano, benvenuti”.
Non sono arrivati e per noi non è cambiato nulla, gli impegni lavorativi si sono moltiplicati
e la vita è continuata. Probabilmente non ho un grande senso materno.
Ci siamo messi sempre reciprocamente come prioritari, così che il benessere dell’altro è sempre stato
funzionale al benessere della coppia.
Così la pillola è stata lo strumento per evitare il dolore fisico durante le mestruazioni.
Ed allo stesso modo la mia realizzazione come donna e come persona ha sempre
avuto come primo sostenitore mio marito e così è stato per me nei confronti di lui.
Frequentando poi come coppia molte persone dai percorsi di vita più disparati,
l’esempio di una grandissima amicizia con una donna single, anziana, “madre” di tantissime persone,
impegnatissima nel sociale, ci ha fortemente segnato.
Forse per questo, da subito, più che la “maternità individuale” abbiamo sempre perseguito la “maternità sociale”
anche con il sogno del volontariato nei paesi del terzo mondo.
 
Mi rendo conto, leggendo la tua e le altre storie, di essere in qualche modo “diversa”, di aver avuto un percorso
di vita che mi ha risparmiato le sofferenze legate alla ridefinizione del ruolo materno.
Mi è sempre sembrato “normale”, incontrando qualsiasi persona,  focalizzare la mia
attenzione sulla persona stessa, non sul suo ruolo (qualsiasi esso sia stato),
così come “normale” mi è sempre sembrato ridefinire il proprio ruolo in base alle vicissitudini della vita.
Si vive come si può e come recita un detto americano, “se la vita ci da limoni, facciamo limonate”!
Non sono rassegnata, semplicemente sono curiosa, pronta ed aperta a tutto ciò che di buono o
meno buono mi si presenterà domani, sicura che attraverso la mia creatività riuscirò a trasformare
ogni cosa in opportunità.
 
Per quanto riguarda la mia endometriosi, si è manifestata così tardi proprio perchè per le ragioni
già descritte, ho sempre preso la pillola che ne ha coperto i sintomi.
Ora, considerando in certo modo molto bassa la probabilità di gravidanza, l’ho smessa
e così facendo ha fatto capolino l’endometriosi.
E’ più o meno tutto qui.
Un abbraccio affettuoso
Anna
Ciao Anna, mi ritrovo molto nelle tue parole e nel tuo modo di affrontare la vita.
Adoro leggere e meditare sui diversi punti di vista, per questo ho adorato la storia di Onda e di Nieves perchè per me è stato come affacciarmi a finestre con panorami differenti.
Per come sono, per quello che sono, ho trovato molto sollievo in tutto “il resto” … ovvero nei miei interessi, nelle mie passioni, nelle mie cose da organizzare.
E non smetterò mai di consigliare che a volte la cura per noi, è dedicarsi ad un hobby, ad un sogno, ad un progetto.
I libro stesso (Canto XXXV) è stato per me un’ancora di salvezza, perchè dopo il NEGATIVO mi sono dedicata a lui con forza finalizzando la mia delusione, il mio dolore, la mia rabbia in qualcosa che poi si è trasformato in un fatto positivo.
I miei sassi mi restituiscono serenità e ringrazio il cielo di averli sempre lì … da prendere in mano quando ho voglia di staccare la spina.
Grazie per averci raccontato di te, ho molto apprezzato la tua mail.
Vero