Ciao veronica, mi chiamo Mauro, e ho scoperto di avere l’endometriosi. Te lo scrivo e credimi ho le lacrime agli occhi… Dal 2 novembre avro’ dormito in tutto 20 ore. Sto male, malissimo, e non so come, dove e con chi confrontarmi. Ho iniziato dalla rete, ho scoperto il tuo libro, l’ho ordinato,ed è arrivato solo ieri. Ho approfittato della mia insonnia per leggerlo tutto. Mi ha commosso, e mi ha aperto voragini emotive che non pensavo di poter esplorare. Innanzi tutto, come stai ? Come procede lu tua vita ? E Daniele ?
Vengo a me. Sentiti libera di giudicare me e la mia storia come meglio credi, ma dimmi la tua in maniera franca e onesta, ne ho bisogno. Stamattina ho avuto il mio primo incontro con una psicologa; cercavo aiuto, mi ha confuso molto di piu’…
cerco di essere breve… Agosto 2007, incontro all’estero una coppia di italiani la cui “lei” è piegata da dolori atroci in aeroporto. Per delicatezza non chiedo, ma mi vien detto dal marito che son i postumi di un intervento chirurgico. Durante le due settimane insieme, mai le ho rivolto la parola. A fine agosto invito loro e una coppia di loro amici.
Gennaio 2008 vengono a trovarmi. Scatta l’amore, quello vero, incredibile…
A marzo partiamo io e lei soli per una vacanza di 2 settimane in argentina.
Ci conosciamo, ci confidiamo. Le apro il suo cuore e lei mi apre il suo. Mi parla dell’endometriosi, come di una cosa spiacevole, ma che lei stava combattendo, e mi rimanda alla cina e ai suoi dolori. Nei 18 mesi successivi si è sottoposta ad altri 3 interventi, chiedendomi di rispettare la sua volontà di non spiegarmi nulla, se non quello che sente di volermi dire.
Mi violento, ma mi adeguo. Non una domanda, non un gesto volto alla comprensione. E soprattutto resto nell’ignoranza. Non so cosa sia l’endometriosi.
Vivevamo lontani 1000 km, ci si vedeva poco e male, ma quando ci si vedeva era una festa per i sensi e per l’animo. Non aveva lasciato il marito, anche se il marito sapeva di noi. Cercava un figlio, e il modo piu’ giusto secondo lei era di cercarlo all’interno del matrimonio. A febbraio in seguito al suo quarto intervento ( di cui son stato informato solo il giorno dell’operazione ), le viene detto che non potrà avere figli. Mi chiede di interrompere la nostra storia dicendomi che dovrei cercare di avere dei figli da qualche altra donna… Insiste su questa linea per 10 giorni, ma io l’amo e non mollo. I figli o saran nostri o non m’interessano. Si ritorna alla “normallità “…
Finchè un giorno di agosto mi comunica di aver trovato la forza di lasciare il marito e che la sera lo avrebbe fatto. Detto fatto. L’indomani mi comunica di aver lasciato il marito, e contestualmente e senza motivo senza sintomi senza nulla lascia anche me. Mi chiede di sparire, con educazione ma con fermezza ( è una psicoterapeuta). Da allora non mi ha piu’ rivolto la parola, mi ha solo risposto a qualche sms, dicendomi di star malissimo di vivere un dramma enorme. Una sua amica mi confida che sta male che nessuno riesce ad aiutarla. Mi son trasferito nella sua città qui in Italia( vivevo in Norvegia). per cercare d’incontrala e di starle vicino. Rifiuta ogni contatto con me… Fino al 29 orrobre quando m’invita ad andare un week end fuori insieme a condizione che io non facessi nessuna domanda. Accetto e partiamo. l’ho trovata male, molto male nell’aspetto e nell’animo. E’ stata totalmente ostile nei miei confronti ( per sua stessa ammissione ), ed io ho reagito di conseguenza. Durante quei giorni mi ha confermato di star male per la patologia, per la fine del matrimonio e per una richiesta di adozione rifiutatale. Le chiedo se è innamorata di qualcuno, e lei mi aggredisce sostenendo che chi vive cio’ che sta vivendo lei non riesce ad amare ma solo a soffrire. aggiunge che potrei e dovrei interessarmi a lei e non ai suoi sentimenti, ma ad ogni domanda mi ha sempre detto” non voglio condovidere con te, non voglio che sia tu ad aiutarmi “…
Da allora le scrivo di meno. Lei mi risponde poco e male. Mi ha scritto di odiarmi un giorno e il giorno successivo di volermi vivere in parte e da amico. Poi scompare, non mi risponde piu’. Poi mi dice di voler ripartire per un week end con me, ma all’ultimo momento disdice. Oggi la psicoterapeuta mi ha distrutto, dicendomi che l’endometriosi non è così grave, non porta così tanto dolore e che probabilmente il mio tesoro si nasconde dietro la malattia per non dirmi di un nuovo amore. Ho letto il tuo libro e centinaia di testimonianze, moltissime se non tutte son simili alla tua storia e alla sua reazione. Vorrei aiutarla, ma come ? Come devo approcciarla ? Perchè la psicoterapeuta mi ha detto ste cose ? Cosa devo credere ? A chi devo credere ? perchè non mi parla ? Perchè non condivide con me ? Il suo dolore è il mio. Lo voglio. lo esigo, lo pretendo. Perchè me lo nega ? Non faccio altro che interrogarmi e piangere… Sto male e lei sta sicuramente peggio di me. perchè non farsi aiutare in aulunque modo ? Da una chiacchierata a una serata al cinema. non m’interessa se ama un altro, m’interessa saperla bene e felice. Perchè non posso sapere nulla ? perdona lo sfogo e la fretta. Forse ti saro’ sembrato sconnesso e disequilibrato, in effetti lo sono…
Grazie di cuore del tuo tempo e del libro. Ho rivissuto molto del nostro amore attraverso il tuo racconto. E ho immaginato, purtroppo solo immaginato il dolore del mio tesoro…
Mauro
Ciao Mauro, che storia complessa. E’ sempre un grande dispiacere leggere il dolore dei nostri compagni, mariti, fidanzati.
Se vuoi una mia personale opinione, anche io credo come la tua psicologa, che lei si nasconda dietro la malattia per non ammettere chiaramente di non essere innamorata.
Credo che lei sia confusa, con la paura e lo smarrimento tipico di chi decide di rivoluzionare la propria vita da un giorno all’altro.
Lasciare una vita ed entrare subito in un’altra non è facile e nel vostro caso le distanze non hanno aiutato.
Credo che lei sia fortemente arrabbiata e delusa per come sono andate le cose, per la malattia, gli interventi, la domanda di adozione rifiutata e per quella che è una grande incognita per tutte noi, ovvero il nostro futuro.
L’unica cosa che non condivido con la tua psicologa è il fatto che “l’endometriosi non porta così tanto dolore”.
Ne porta tanto eccome. Forse non a tutte noi, non in modo uguale per fortuna, ma ci sono donne come la tua che ne sono devastate, nella propria femminilità, nel proprio corpo, nei propri sogni.
Se poi la loro endometriosi è dolorosa e devono farci i conti ogni santo giorno, capisci anche tu che non è così facile essere ottimiste.
Vorrei che tu leggessi “CondividEndo”, il mio secondo libro, se mi dai l’indirizzo te lo regalo io. All’interno ci sono testimonianze di psicologhe ma anche di quelli che sono i nostri compagni.
Credo che tu possa trovare qualche risposta in più e possa aiutarti un pochino a comprenderla meglio.
Se fossi la tua compagna, perchè così amo definirla, forse in questo momento vorrei solo sapere che in caso di bisogno tu ci sei, ma per il momento, a distanza, lasciandomi libera di ricostruire a poco a poco la mia vita e di capire meglio cosa voglio e chi voglio vicino nel mio futuro.
Ti abbraccio Mauro, grazie per la tua toccante testimonianza.
Vero
Ciao Mauro….
ti premetto che non è facile aprire il ns.cuore e spesso anche se amiamo il ns.patner è ancora più difficile…ammettere di avere una “brutta malattia”, vivere il “fallimento” del proprio matrimonio, sapere di non avere figli… capisci anche tu quanto dura può essere!! E’ già abbastanza dura evere UNO SOLO di questi turbamenti.. pensa di averli tutti in una volta!!Sicuramente la tua Lei è disorientata, confusa, arrabbiata… forse, ma dico forse, se la fa con te perchè sei l’unico che la cerca e le sta vicino e “sfoga” su di te il suo dolore… credo che sia arrabbiata con tutto e tutti per avere questa malattia e credo che si trova nella fase della disperazione del tipo:
– Ma perchè mi è capitato questo?
Te lo dico perchè questa domanda me la sono posta anch’io innumerevoli volte, anche se razionalmente so che la risposta non c’è perchè le malattie accadono… Credo che la tua compagna rifiuta la malattia e non ne voglia parlare o meglio non si senta ancora pronta… forse ha paura di sentirsi giudicata da te e di apparirti meno “donna” !!! Credo che quando la tua compagna avrà riacquistato un po’ di equilibrio accettando la malattia, ti farà capire anche a te… Le farebbe utile frequentare un’asociazione , confrontarsi con altre donne che hanno questo problema come noi , per non sentirsi sola nel dolore immenso psicofisico che sta vivendo…
Scusami Mauro ma francamente non ho ben capito il rapporto che vi lega… questo lo puoi sapere solo tu… scusami la franchezza ma non vorrei che la tua Lei abbia voluto passare con te qualche bel momento , ma che in realtà , non si vuole legare seriamente (forse a causa del suo precedente matrimonio): penso che devi prendere in considerazione anche questa ipotesi.
Se mi permetti, ti consiglio di “non assilarla troppo” … devi fare in modo che sia Lei a cercarti, deve avere voglia Lei di parlare con te dell’endometriosi.. della SUA endometriosi… per fare questo ognuno ha i suoi tempi e forse non ne vuole parlare per non viverla.. ci sono cose che restano chiuse dentro di noi, che non riusciamo a confidare a nessuno, nemmeno a noi stesse..rimani in silenzio rispetta la sua decisione di non parlarne…
La psicologa … probabilmente non ha l’endometriosi, l’ha studiata sulla carta ma non la vive… e poi ognuno reagisce a modo suo.. ma quando hai una “serie” di interventi , problemi , dolori fortissimi… ti cambiano dentro… te lo dico, perchè anch’io quando sto male ho bisogno di essere lasciata sola, non voglio far vedere quanto sto male… poi non appena sto meglio ritorno alla vita… diciamo però che , mentre prima questi momenti uravano meno tempo , ora invece durano di più ed anch’io stessa nonostante abbia un carattere abbastanza dolce e tranquillo… mi si vede rabbuiata e “acidella”… Sono convinta che ha contribuito il dolore, la malattia , ma anche i problemi quotidiani che ognuno di noi ha.
Non tormentari Mauro, stalle vicino a distanza,…. falle capire che saprai aspettarla…perchè l’AMI!!
Buona fortuna
Ciao
Angela