sono un uomo di 37 anni che ha scoperto da pochissimo questa devastante novità e cerca aiuto per affrontarla nel migliore dei modi sentendomi disarmato difronte a una cosa così devastante per una splendida donna alla quale ha cambiato in un batter di ciglia il carattere,il modo di rapportarsi,la vita e che stavo allontanando perchè non sapevo,non conoscevo cosa può portare questa malattia….
Andrea
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Poche parole ma che bene spiegano il tuo stato d’animo attuale.
Ho detto volutamente “attuale” Andrea perchè la malattia è sempre un percorso.
Se siete nella fase iniziale ora avvertite tutto in modo forte e pesante perchè ancora non si sa come informarsi, dove informarsi e a chi affidarsi. Ma ti assicuro che superata questa fase starete meglio entrambi, sarete più consapevoli e meno spaventati. I tempi purtroppo sono soggettivi, potrebbe servire un lungo periodo come uno breve. Ma non abbiate paura a confrontarvi, aprirvi e confidarvi. Guardarsi dentro serve tantissimo. Solo noi possiamo sapere che strada prendere per tornare a galla. Lasciate aperte tutte le porte. Quelle degli interessi, quelle dei progetti. Avrete forse una vita diversa da quella che avevate sognato insieme, ma se c’è amore come credo, altrettanto bella e degna di essere vissuta. Ti abbraccio
Vero
Andrea oggi la tua storia l’ho letta ad alta voce mentre mi intervistano con la telecamera per una futura inchiesta televisiva.
Grazie per queste poche righe che potevano sembrare insignificanti invece hanno dato voce a tanti compagni e mariti che dividono con noi la nostra endometriosi.
Carissimo Andrea… non posso leggere quello che scrivi e non pensare a un altro Andrea, mio marito, l’uomo della mia vita che con me ha scoperto l’endometriosi un mese prima di sposarci, ha vissuto con me i mesi strani e confusi della comprensione della malattia, i due interventi subiti, le battaglie giornaliere con i momenti di nervosismo, frustrazione, impotenza.
Ma ti dico per certo, che non è sempre così, non è solo questo! Non so a che punto del cammino voi siate ma anche se ora non lo potete comprendere, anche convivere con una malattia cronica così invadente porta delle cose positive soprattutto alla coppia.
A me è capitato e capita ancora ogni giorno, per nelle difficoltà…e il fatto che tu sia qui a scrivere e che trovi il coraggio di leggere tutte queste esperienze difficili per cercare una strada per affrontare una malattia del genere insieme alla tua “splendida donna” è sicuramente un passo importantissimo.
Lei è e sarà ancora una splendida donna, nel fisico e nello spirito: diversa ma vedrai ancora più splendida di prima. Ci vuole tempo e fiducia! Forza!!
carissima Benedetta,grazie per il supporto dal mio punto di vista non è certo cambiato nulla nei confronti di mia moglie è e sarà sempre la cosa più bella che mi sia capitata!!!saranno momenti duri ma se e quando lei lo vorrà le sarò sempre vicino perchè solo ora capisco il suo allontanamento nei miei confronti e spero che anche lei capisca che per me sarà SEMPRE QUELLA SPLENDIDA DONNA!!!
Caro Andrea, alle volte quando si è ferite nel fisico e nel cuore come questa malattia sa fare, diventa difficile rapportarsi anche con il proprio compagno. Credo l’avrai capito leggendo le nostre storie. Inizialmente è come subìre un bombardamento di emozioni negative, il dolore, la malattia, come affrontarla…ma soprattutto il dopo. Che prospettive avrò? Starò mai veramente bene? E se non riuscissi ad avere figli? Mi sentirò inadeguata? E lui come reagirà? Ogni coppia ha il suo vissuto e alle volte è costretta a ritracciare il proprio percorso in base agli ostacoli che si incontrano.
Noi inteso come coppia non ne abbiamo risentito, ci siamo sentiti più uniti. Noi stiamo superando anche questo ostacolo quindi siamo più forti ma prima ho dovuto rigenerare me stessa, trovare nuovi stimoli, nuovi interessi, ho ascoltato il consiglio di chi ha vissuto questa fase prima di me. Non è un cammino facile e forse neanche breve e ci sono momenti in cui vorrei non fosse successo a me, vorrei ma non posso e quindi non mi, anzi, non ci resta che andare avanti anche se la speranza non si è ancora spenta. Non so se le mie parole ti possono essere d’aiuto e ti dico che non è facile leggere nell’animo di una donna ferita che vorrebbe solo chiudere la porta in faccia al mondo anche alle persone che più le stanno a cuore, posso dirti che è possibile farcela, passo dopo passo.
Un abbraccio
Cara Veronica,credi sia possibile che questa malattia agisca silenziosa sul carattere di una persona ancora prima che le venga diagnosticata?credi che possa portare una donna a non desiderare nemmeno una carezza,a non provare nulla per la persona amata anche prima di sapere tutto ciò o forse il “nostro”è un caso di rapporto finito con un finale col super botto?ho letto CANTO XXXV-INFERNO,ora sto leggendoCONDIVIDeNDO(scusa il ritardo ma mi trovo in un turbine di pensieri e dolore)
Risponderti è difficile Andrea. Non so quanto possa essere come dici tu, non so quanto il suo sesto senso abbia contribuito ad allontanarvi, perchè mi sembra di capire dalle tue parole che è questo che sta succedendo.
Forse lei sentiva che c’era qualcosa che non andava nel suo corpo (dolore? fastidio? tensione?)
Sicuramente se una di queste tre ipotesi è reale, può accadere che una donna non desideri essere toccata, sia per dolore, sia per incapacità ad abbandonarsi, sia per rabbia per dover subire una cosa così pesante suo malgrado. Di riflesso probabilmente lei si sentirà in colpa per non essere la donna “perfetta” e giusta per te, per paura di tenere un uomo legato e infliggergli le stesse pene e privazioni a causa della sua condizione.
E’ questo che pensi stia accadendo?
Vedi ci sono stati momenti di crisi nel nostro rapporto,ovviamente dopo aver cercato un figlio e questo ha dato un enorme scossone al nostro matrimonio!dopo più di un anno “non si muoveva nulla”così abbiamo iniziato a fare esami, con le analisi del sangue di entrambi mia moglie doveva recarsi dal ginecologo con il resto degli accertamenti…e qui è scattato qualcosa in lei:mi disse “io un figlio non lo voglio più,non adesso”e di lì iniziarono i cambiamenti nei miei confronti,il mio calvario e sopratutto il suo!mi ha poi confessato di essere certa che il problema fosse suo,”lo sapeva”ed ora mi dice che tutto quello che è passato probabilmente l’ha portata ad un cambiamento ect ect…io le sono stato vicino,le sono stato lontano le ho parlato sono stato in silenzio mi sono arrabbiato ho cercato di capire in tutti i modi,le ho detto che io ho deciso di vivere tutta la mia vita con lei a prescindere da come andranno le cose,io ho scelto lei poi tutto quello che verrà lo si affronterà insieme ma mi sento escluso e non so se è come pensi tu o proprio ora sono diventato un amico come mi disse poco tempo fa!vivo sperando che un giorno mi riabbracci come un tempo.Grazie,e scusa per lo sfogo!!!
A volte è difficile anche rendersi conto che un figlio a quelle condizioni non lo si vuole più. Ricordo che quando successe a me la sensazione fu strana perchè il tanto combattere si scontrava con l’arrendersi facilmente.
Credo che in lei resti comunque il grande dispiacere per dover prendere una decisione che suo malgrado coinvolge anche te e la tua vita.
Non smettere di cercare un contatto e di parlarle, di dirle quello che provi. Coraggio e in bocca al lupo!