Mi chiamo Elisa e ho 27 anni. Convivo con il mio compagno,di 32, da tre anni ma stiamo insieme da cinque anni e mezzo. Abbiamo deciso di avere un bimbo quando io avevo 24 anni ma questo fagottino tanto desiderato non arrivava mai. Dal momento che avevo problemi con il ciclo e spesso dei dolori siamo andati da un ginecologo della mia città; la diagnosi fu ovaie micropolicistiche e fibroma uterino. Da qui ha avuto inizio il nostro piccolo calvario. Andai da un altro ginecologo che mi confermò la diagnosi del fibroma ma era incerto sulle ovaie micropolicistiche. Mi prescrisse del progesterone per cercare di regolarizzare il mio ciclo e accorciarlo di qualche giorno. La cura mi ha fatto solamente ingrassare di due chili ma i dolori mestruali persistevano e il bimbo non arrivava.
Il mio medico di famiglia mi fissò un appuntamento al centro per la fertilità ai fini di avere un consulto con uno specialista del settore. Arrivata lì mi ritrovai in una stanza con una specializzanda ma del medico neanche l’ombra. Dopo aver raccontato la mia storia e i miei problemi lei mi rise letteralmente in faccia e poi si fece anche una bella risata con il medico tramite telefono. Mi disse che ero troppo giovane per quel centro e che la mia era sicuramente solo una questione di tempo, d’altra parte avevo ancora tanti anni davanti a me per diventare una mamma. Inoltre mi prescrisse una cura contro la candida senza avermi fatto una visita. Ho pagato il ticket e sono uscita dall’ospedale piangendo.
A quel punto decisi di ritornare in quel centro ma tramite appuntamento privato e ovviamente da un altro medico. Questo mi accolse molto bene e mi consigliò di rifare una ecografia transvaginale, che io feci in privato per non aspettare troppo tempo, dato che i dolori erano sempre più forti e le mestruazioni sempre più abbondanti. Dall’ecografia, che ho fatto presso un radiologo molto esperto, risultò esserci una cisti all’ovaio sinistro di natura poco chiara ma non le ovaie ad aspetto micropolicistico. Il ginecologo allora mi disse di provare ad avere rapporti mirati ancora per qualche mese perchè voleva prescrivermi la pillola per mettere a riposo le ovaie. Io ovviamente non ne volevo sapere nulla della pillola e abbiamo continuato per tre mesi la nostra ricerca senza risultati. Il radiologo mi consigliò di fare una risonanza magnetica che io prontamente feci. Si capì che la cisti era di tipo endometriosico. Ma io dell’endometriosi non sapevo nulla. Così incominciai a ricercare su Internet libri o articoli che potessero aiutarmi a capire qual’era la mia malattia. I sintomi c’erano tutti: stanchezza, poca voglia di fare, cicli molto dolorosi e chi più ne ha più ne metta. Tornai dal ginecologo del centro che mi disse che secondo lui non era endometriosi ma siccome avevo il fibroma ormai troppo grande era meglio operarmi. Volevano farmi una laparotomia ma mia mamma chiese la possibilità di fare una laparoscopia.
Il medico ci rispose che in quell’ospedale non facevano quel tipo di operazione per i fibromi e così ci siamo rivolti a Verona, in particolare a Negrar, dove c’è un ospedale meraviglioso e specializzato proprio nell’endometriosi.
Dopo una visita con il primario uscii con la certezza che si trattava di endometriosi e dopo un mese, gennaio 2007, fui chiamata per l’operazione in laparoscopia. Mi tolsero la cisti all’ovaio sinistro, il fibroma ma anche due noduli endometriosici all’uretere di sinistra. Dopo l’operazione sono stata messa in menopausa farmacologica per sei mesi. A luglio del 2007 sono uscita dalla menopausa e abbiamo incominciato subito a riprovarci, come da consiglio. A settembre 2007 per la prima volta vidi un test di gravidanza positivo, ma il sogno durò solo 4 giorni perchè ebbi un aborto precoce. A ottobre 2007 però, rimasi di nuovo incinta e ora sono quasi al quinto mese di gestazione. Non mi sembra ancora possibile, mi sembra di vivere in un sogno ed è l’unica cosa che volevo dalla vita: un bimbo tutto nostro!
I tre anni in cui abbiamo cercato di avere un figlio sono stati tre anni terribili. All’inizio nessuno capiva veramente come stavo, anche in famiglia, sembrava che io mi inventassi tutto o che esagerassi. Ci furono alcuni litigi con il mio compagno, alcune incomprensioni con la mia famiglia ma alla fine hanno capito che io stavo veramente male, sia fisicamente che psicologicamente. Ero all’ultimo anno di università ma non riuscivo più a studiare e a concentrarmi e infatti ora sono al terzo anno fuori corso. Avevo perso ogni interesse e quello che volevo era riprendere in mano la mia vita.
Ora mi sembra di rinascere e sono sicura che piano piano ce la farò alla grande.
Questa è la mia storia, spero possa essere utile a chi come me ha passato o sta passando un brutto periodo.
Per qualsiasi richiesta o chiarimenti sono a Sua completa disposizione.
Cordiali saluti.
Elisa
Grazie per avermi mandato la tua storia, sono convinta che darà speranza alle “mie ragazze”.
Ultimamente sono arrivate storie “molto pesanti” a livello emotivo … e mi spiace che possano intristire e non dare speranza a nessuna, pur essendo comunque utili dal punto di vista informativo.
Ti immagino con il pancione e questo mi fa sorridere. Sono davvero e sinceramente contenta che tu ce l’abbia fatta.
Aspettiamo una foto del tuo piccolino … un abbraccio e grazie ancora
Vero