522) Storia di Elisabetta – Seconda parte

Cara Veronica, è da molto tempo che non ti scrivo poichè mi sono isolata e rinchiusa in una stanza al buio e il mondo lasciato fuori.
Ti avevo scritto la mia storia il 20 Febbraio 2008, la n° 90.
Ero in attesa , forse, del quinto intervento che puntualmente è arrivato. Mi hanno tolto l’utero ma sono stata così forte da sopravvivere al dolore perchè il volto di mio figlio mi dava speranza.
Pensavo che tutto sarebbe andato per il meglio dopo quell’intervento, ma perchè illudermi?
L’endometriosi è bastarda, subdola, non gioca secondo le regole!
E così sono stata ancora male perchè le mie ovaie hanno giocato la partita con l’endometriosi e non con me.
E via ancora con farmaci, enantone, ecc. ma va sempre peggio, non riesco più a urinare e i dolori sono forti, tutti quei dolori che tutte noi conosciamo bene e che è inutile che io ripeta.
E così mi rioperano, sesto intervento, a Settembre del 2010 mi tolgono tutte e due le ovaie e le tube, ho 33 anni e sono in menopausa.
Pensavo di essere forte, pensavo che mio figlio mi bastasse. Non è stato così! La depressione si è impadronita di me, non me ne sono neanche accorta, giorno dopo giorno è stato sempre peggio, non avevo voglio di fare niente ne per me , ne per la mia famiglia, mi sono lasciata andare e piano piano ho smesso di mangiare e quando sono arrivata a 29 Kg. sono collassata.
Mi hanno ricoverato un mese in ospedale e ora vado regolarmente dallo psichiatra e sono in cura per l’anoressia.
All’inizio mi sentivo in colpa per non essere stata abbastanza forte da superare da sola tutto quanto, per aver coinvolto la mia famiglia nel mio “lutto interiore”.
Ora ho capito dopo mesi di terapia che sono un essere umano che soffre e che non è giusto chiudersi in se stesse perchè le persone che ti vogliono bene ti sono accanto anche e soprattutto nel dolore e ti vogliono aiutare.
Dobbiamo gridare forte il nostro dolore e non vergognarci di niente, di avere l’endometriosi, di essere in menopausa, di avere la depressione o di essere anoressiche.
Adesso che ti scrivo mi sento meglio e peso 34 Kg. E’ una lotta tutti i giorni ma è una lotta che ora sò di poter vincere, con la forza di volontà e la voglia di vivere.
Questo è quello che mi ha insegnato l’endometriosi: che la vita và vissuta appieno senza rimpianti giorno per giorno, che rimango una donna sempre e comunque.
Come scrissi già l’altra volta SIAMO DONNE SPECIALI proprio perchè abbiamo l’endometriosi ed è questa che ci rende più sensibili, più umane e più forti, più solidali!
Forza ragazze, tutte noi possiamo vincere la nostra battaglia quotidiana!
Grazie Veronica che ci dai spazio!
Ti abbraccio con affetto
Elisabetta

Elisabetta cara, solitamente preferisco non pubblicare le “seconde parti” delle storie … I motivi sono tanti: questo è un blog non un forum e il lettore si troverebbe disorientato nel dover ricostruire “i capitoli” delle nostre storie. Inoltre io stessa dovrei dedicare troppo tempo alla gestione del blog e in questo periodo il mio tempo libero si è ridotto paurosamente.
Per questo motivo preferisco che chi ha dei “seguiti” da aggiungere alla propria storia lo faccia in modo indipendente, andando a scrivere nei commenti della propria storia. Stavo per farlo io per te, e stavo per andare ad inserire queste tue parole nella tua storia (che nel frattempo ha cambiato numero perchè ho cambiato blog e non è più la numero 90 ma questa http://veronicaprampolini.it/2010/06/10/80-storia-di-elisabetta
Ho poi letto le tue righe e ho pensato che quello che ti è successo non va “nascosto” e infilato dentro ad una storia vecchia di anni, ma DEVE essere letto, avere visibilità, far pensare, riflettere e se possibile scuotere anche gli animi.
Sono dispiaciutissima di sapere cosa è successo dopo.
Non posso immaginarti al buio chiusa in una stanza e non posso immaginarti pesare 29 chili.
Ci sosteniamo tra noi, abbiamo sempre una parola per tutte e cerchiamo di “galleggiare” tenendoci per mano. Se avessimo saputo che ci avevi lasciato le mani, saremmo venute a prenderti laggiù in fondo, te lo assicuro.
Coraggio Elisabetta, coraggio. Trova la forza ti prego di ritrovare il tuo sorriso, di riprendere in mano la tua vita.
Fallo per la tua famiglia, fallo per chi ti vuole bene e non per ultima per te stessa.
Non ti conosciamo ma sono certa di poter parlare anche a nome delle altre ragazze, ti vogliamo bene.
Veronica

12 pensieri su “522) Storia di Elisabetta – Seconda parte”

  1. Mi dispiace non avere le parole giuste da dire. Io stessa a volte precipito nel burrone, pur cercando di aggrapparmi come posso.
    L’unica cosa che posso dirti, col cuore in mano, è che se hai avuto la fortuna di avere un bellissimo bimbo, per quanto sia faticoso devi aggrapparti a quello spiraglio di luce con tutta te stessa e tenere duro…un giorno ti sveglierai e tutto ti sembrerà un po’ meno terribile…un po’ meno pesante da sopportare. Certo è molto faticoso, ma quel giorno sarai la donna più forte del mondo e avrai vinto la tua battaglia.
    Anche se non ti conosco, sei un po’ tutte noi.

  2. Ciao Elisabetta,non riesco a trovare le parole per esprimerti il dolore che ho provato leggendo la tua testimonianza,ti dico però che quando si è toccato il fondo non si può che risalire ed io credo che tu lo stia già facendo!Forza,sono,siamo tutte con te!Anche se tra noi non ci conosciamo penso che in qualche modo siamo tutte legate da un filo invisibile,ti abbraccio!

  3. ci sono molte donne nella tua stessa situazione forse anche peggio devi reagire vedrai che tutto andrà a posto piano piano . se hai bisogno scrivi noi ci siamo donne coraggio siamo forti stiamo uniti

  4. Cara Elisabetta, posso capire il tuo stato perhè anch’io ho subito il tuo stesso intervento, devi riprendere in mano la tua vita devi farlo per te per la tua famiglia e soprattutto per il tuo bimbo “sei stata fortunata” ad averlo credimi io non ci sono riuscita, ho anch’io i miei momenti di sconforto ma non mollo mai e soprattutto non abbandono mai la voglia di vivere e di sorridere la vita è una sola e merita di essere vissuta con tranquillità, serenità, felicità tu non devi più pensare alla malattia ai dolori che ti ha procurato in passato devi solo pensare al futuro so che non è facile ma devi farcela, io mi sono iscritta alla splendida associazione che è l’APE e li ho trovato un paradiso difficile da descrivere ho trovato splendide amiche tra cui Veronica che mi hanno ascoltata, sostenuta nei momenti bui e brutti siamo tante davvero tante e ti posso assicurare che solo chi ha provato sulla propria pelle l’endometriosi ti può capire.
    Noi siamo a disposizione se hai bisogno, ti mando un abbraccio grande.
    Debora

  5. Ciao Elisabetta, nessuno può sapere quali siano le parole giuste da dire “per farti spuntare le ali e spiccare il volo “…quelle sono dentro di te, devi solo tirarle fuori …Io non ti conosco, ma da quello che scrivi credo che sia proprio giunto il tempo di rincominciare…. e soprattutto di ricominciare iniziando a CREDERE IN TE!!! Dalle tue parole si capisce che stai riducendo la tua identità in una persona depressa, anoressica ed in menopausa…ma sei sicura di essere solo questo??
    Non è forse ora di cambiare la visione di te stessa e credere che forse SEI ANCHE una SPLENDIDA MAMMA, una TENERA E STRAORDINARIA FIGLIA, una MAGNIFICA AMICA??!!!…e chissà quante altre cose BELLE SEI!!!…
    Se riesci anche nei momenti più difficili a pensare a ciò che di MERAVIGLIOSO SEI e a ciò che di BELLO C’E NELLA TUA VITA, potrai vivere in pace con te stessa ed avere la lucidità e la forza per affrontare quei momenti!!
    Quindi dai, rimboccati le maniche come sicuramente hai sempre fatto, e riprendi la tua vita in mano!!
    Ti lascio riflettere con un breve e ,secondo me, magnifico verso di una splendida ragazzina che ci insegna molto:
    “Non penso a tutti i sofferenti, ma al bello che ancora rimane. In questo sono molto diversa dalla mamma, che, a chi è di cattivo umore consiglia: Pensa alle miserie che ci sono nel mondo e sii felice che tu non soffri! Io invece cosiglio: và fuori al sole, nei campi, a contatto con la natura, và fuori e cerca di trovare la felicità in te e in Dio. Pensa al bello che c’è ancora in te e attorno a te e sii felice!….Anna Frank”
    Un forte abbraccio
    Cris
    Ps: Non dimenticarti mai che “siamo molto di più di ciò che pensiamo!!!”

  6. Ciao Elisabetta. Forse non servono parole, e comunque non ne trovo di adeguate a descrivere quello che trasmetti. Vorrei poterti abbracciare silenziosamente. Insisti, riparti da quei 5 kg in più… Non ti conosco, e non serve conoscersi personalmente per sentirsi vicini a qualcuno. Ti sono vicino. Hai ragione… Le persone che ti vogliono bene ti sono vicine e ti vogliono aiutare… Elisabetta, ti voglio bene, e per quello che posso vorrei aiutarti… Forza Elisabetta… Forza… Un abbraccio stretto e silenzioso. Se senti il bisogno di gridare il tuo dolore, io son qui…
    Mauro

  7. Grazie a tutti voi, è vero anche se non vi conosco mi siete di enorme aiuto. Vi sento vicini e le vostre parole mi confortano. Non vi rendete neanche conto di quanto le vostre parole mi arrivino dritte al cuore e mi facciano pensare. Mi fate sentire amata e importante e davvero il vostro calore mi aiuta.
    Grazie infinite a voi tutti, vi voglio bene.
    Elisabetta

  8. Mi raccomando Elisabetta, ti siamo vicine/i , non abbatterti e quando sei giù vieni a scrivere qui che troverai sempre parole sincere e calorose.
    Ti abbraccio
    Vero

  9. Eli… non ti devi abbattere anche se è durissima…anche quando ti senti ko in un corpo martoriato…nonostante tutto l’enorme dolore devi LOTTARE PER IL DONO DELLA VITA…SEMPRE….SEMPRE…TE NE PREGO!!!!!!!!!!!!!!! UN BACIO DA UNA EX ANORESSICA..con fame d’amore….. e con la bastarda dell’endo!!:*

  10. Ciao Elisabetta,ti scrive una che come te aveva toccato il fondo e raggiunto un peso al limite della sopravvivenza.Non ci sono parole e a volte sono davvero inutili,perchè chi è anoressica ha tracciato una linea da seguire e la segue fino in fondo contro tutto e tutti,poi pero’ quando il fondo lo tocchi,qualcosa scatta dentro di te e arriva la giusta motivazione,io l’ho trovata e ho vinto,ora peso 57 kg e chi mi sta intorno dice di me che ho messo su 20 kg di forza.Si sono una donna piu’ forte e vedo sempre il bicchiere mezzo pieno,amo la vita e chi mi sta intorno.Fidati ne vale la pena saltarci fuori,butta via la bilancia e combatti guardano in faccia tuo figlio,quando i sensi di colpa ti assalgono,immagina un Elisabetta già vincitrice.L’endometriosi ti ha rubato parte del tuo corpo,ma non puo’ rubarti la vita,credimi i figli crescono talmente in fretta che non vorremmo mai avere il rimpianto di esserceli goduti troppo poco.Un abbraccio

  11. Ciao Elisabetta..noi due ci chiamiamo allo stesso modo 🙂 ci fossero parole giuste le scriverei ma posso solo dirti di non arrenderti… non lo fare perchè sei una mamma e al di là di ogni cosa c’è una piccola creatura che ti ama all’infinito come nessuno su questa terra potrà fare…c’è un legame speciale fra voi due ..mamma e figlio… io ho perso mia madre poco più di un mese fa: ha sofferto di salute per tutta la vita, è rimasta vedova a poco più di 40 anni con due figlie piccole da crescere e un’invalidità all’80 per cento… io ho ricordi della sua sofferenza ma ricordo soprattutto la sua tenacia, la sua forza, la sua voglia di vivere per me, per noi, fino all’ultimo… il nostro legame era forte ed indissolubile: io per lei, lei per me…. ed è questo legame che mi spinge ad andare avanti nonostante tutte le difficioltà del momento. Ecco pensa a questo, pensa che la depressione è un male che si può sconfiggere perchè non sei sola a combatterla .. perchè c’è una creatura che ti aiuta ogni giorno col suo amore … con l’amore si combatte ogni mostro: ma tu devi crederci. Amore per te stessa: vai dallo psichiatra , mangia adeguatamente e fai le tue visite specialistiche; amore per il bimbo: fa sì che il suo amore, quello che ti dona ogni giorno ti dia la forza per andare avanti….un passo alla volta..nessuno si aspetta cambiamenti improvvisi dal giorno alla notte ma solo piccoli passi …. i tuoi occhi si devono abituare alla luce … ecco io ti auguro di arrivare a vedere appieno quella luce… un abbraccio. Elisabetta

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