537) Storia di Silvia

Cara Veronica,
ti racconto anch’io la mia storia:
Sono Silvia e ho appena compiuto 31 anni. Fin dal primo ciclo ho
iniziato ad avere dolori indescrivibili, che mi prendevano la schiena
e le gambe. Mia madre mi ha portato subito da specialisti della zona
(sono di Pordenone), ma nessuno sembrava darci peso. Tra l’altro ero
una pattinatrice agonistica quindi tutti pensavano che il dolore al
tratto lombare lombare fosse legato ad un trauma sportivo. Gli anni
passano, nessuno dice niente ed inizio ad entrare e uscire dal pronto
soccorso con cure di 15 giorni alla volta di Voltaren e Muscoril:
sembrava che un cane mi mangiasse i glutei e le anche. Non ce la
facevo più. A ciò si aggiungevano delle cistiti frequenti e perdite
ematiche intermestruali nonostante prendessi la pillola da anni.
Continuano le visite finchè nel 2008 sospendo il progestinico: non mi
reggo in piedi. Emorragie a non finire, coliche, dolori lombari,
bruciori durante la minzione che mi facevano perdere i sensi. E sì,
facevo pipì e se andava bene avevo dei capogiri legati a conati di
vomito, se andava male svenivo. E giù emoraggie e febbre.
Ottobre 2008 vedono qualcosa: una cisti di 4 cm all’ovaia dx, sospetta
endometriosi. Mi liquidano dicendomi che non era niente di grave, di
vedere come andava avanti che alla peggio mi avrebbero operato e se
cercavo figli forse ci avrei messo qualche settimana in più rispetto
alle mie coetanee. Beata Ignoranza! Beata superficialità!
Dicembre 2009 finisco in ospedale e mi attaccano 2 flebo di Toradol
per farmi sedere. Dimenticavo: il Toradol era il mio migliore amico.
Prendevo una pastiglia ogni 4 ore e quando non ce la facevo più mi
facevo le intramuscolo. Ancora visite, finchè mi rompo e inizio a
cercare su internet…prendo appuntamento con il dott. Barbieri a
Monselice. Mi visita il 30 luglio. Diagnosi: endometriosi IV
profondamente infiltrante. E’ ovunque. 3 dicembre 2010 mi opera. Dopo
8 ore esco dalla sala operatoria: apro gli occhi in piena notte. Una
trentina di punti sulla pancia (la laparascopia si era trasformata in
laparatomia perchè dopo la resezione l’uretere non ne ha voluto sapere
di raddrizzarsi e non riuscivano ad inserire lo stent, catetere
vescicale, drenaggio per il rene, elastomero con antidolorifici e 2
flebo.
Morale della favola: rimozione cisti ovarica, legamenti utero sacrali
pieni di noduli, fosse rettali piene di noduli, nodulo vescicale di 3
cm (la vescica si era incollata all’utero), resezione completa della
vescica e plastica, resezione rene+ uretere e pulizia dell’ultimo
tratto intestinale. Riscontrata adenomiosi. La mia pancia era come il
cemento armato, le sonde non riuscivano neanche ad entrare visto lo
spessore della placca.
Poi catetere per un mese, sempre a letto, recupero e….eccomi qui
testarda, arrabbiata e combattiva. Ma anche sconsolata, frustrata e
trsiste. Cocciuta a realizzare il mio sogno.
ogni volta che ripenso a quello che mi è successo penso di essere una
stupida a sperare nell’arrivo di un bambino…ci soffro tanto. Troppo.
Ogni dolore, anche il minimo mi spaventa. Ho paura di non farcela, ho
paura di risentire il dolore, ho paura che l’endo continui a rovinare
ogni momento bello della mia vita, anzi della nostra, visto che il mio
compagno è sempre al mio fianco. Mi sto preparando alla mia terza
ICSI. Mi basterebbe vedere un filo di luce per ritrovare un pò di
serenità, per poter credere che forse non andrà sempre male. Vorrei
solo che durante un’ecografia, mostrandomi il monitor mi dicessero:
“Vede quella macchia…è il suo bambino!”. Per ora sento solo “Vede
quella macchia…è una nuova ciste”.
Scusami se mi sono dilungata ma ho bisogno di “svuotarmi” e di
riempirmi solo di cose belle. Grazie.

P.S.: in realtà già ci conosciamo. Ci eravamo sentite nell’aprile del
2010, avevo organizzato a Pordenone in occasione del Festival “Le Voci
dell’inchiesta” una tavola rotonda dedicata all’endometriosi. Per caso
mi è capitata sotto il naso la mail in cui ti invitavo e così ho
pensato di scriverti, dato che la mia storia non te l’avevo raccontata.

Un abbraccio
Silvia

Silvia cara … come hai ragione.
Su tante cose … sulla paura di non farcela, di ricominciare da capo, la paura che l’endometriosi ci tolga serenità, un futuro, i sogni. Il desiderio di vedere altri tipi di ecografie e di sentirsi normali.
Io incrocio le dita per te e non posso che essere contenta nel sapere che stai facendo di tutto per realizzare il tuo sogno. Ammiro sempre tanto chi “combatte” (termine che non amo) in modo positivo cercando di tener testa alle avversità.
Quello che tu hai fatto con quel gesto a Pordenone è stato prezioso. Grazie a te, a quello che sapevi fare, si è potuto parlare della malattia e informare. In modo concreto e immediato hai offerto il tuo aiuto e di questo ti ringrazio ancora.
Copio qui il link di quella giornata:

Vero

2 pensieri su “537) Storia di Silvia”

  1. Ciao Silvia. Leggo spesso le storie che Veronica pubblica su questo blog ma la tua mi ha colpita in particolar modo. Non ti so spiegare l’esatto motivo: forse perchè siamo “vicine di casa” (io sono della prov. di Gorizia) o forse per alcune frasi del tuo racconto che mi hanno davvero toccata! Ti faccio un grandissimo in bocca al lupo per l’ICSI. Con tutto il cuore.

    P.S. Mi ricordo dell’incontro a Pordenone, è stato proprio il mio primo approccio “pubblico” con l’endometriosi

  2. Cara Deborah, mi sono imbattuta quasi per caso nel tuo commento. Grazie di cuore per le belle parole e speriamo che questa terza ICSI inizi a darmi un pò di serenità. Inizierò tra pochi giorni…e visto che siamo così “vicine”, magari prima o poi spero riusciremo ad ci incontreremo per una bella chiacchierata! una abbraccio forte

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