577) Storia di Stefy

Buongiorno Veronica, ieri sera ho finito di leggere il tuo libro ““CANTO XXXV – INFERNO. Donne affette da Endometriosi” Mi è stato regalato da mio cognato. E’ stato molto carino, ha un carattere molto sensibile e ha compreso la mia soffere nza soprattutto durante i miei periodo di crisi.
Mia sorella e mio cognato hanno due figli meravigliosi che amo tantissimo sono d ue gioielli.
Io purtroppo dopo due interventi e varie cure non sono riuscita a coronare il mio sogno.
Ho fatto domanda di adozione e aspetto senza troppa speranza, mi sono già presa delle belle batoste e non sono più in grado di sopportare altre sofferenze, il m io stato fisico e mentale è stato messa a durissima prova.
Tengo sotto controllo il mio dolore che a volte esce e mi rende tanto triste, per fortuna rispetto ad un tempo dura meno giorni.
Comprendo pienamente i sentimenti che hai descritto nel tuo libro soprattutto m i ha fatto pensare il fatto che l’endo non si vede e quindi spesso le donne non vengono prese sul serio oppure vengono liquidate con “devi sopportare….” Oppure “sei una donna non dovresti lamentarti….” “dovresti fare di più invece di stare li a soffrire……”
Queste sono le frasi che ho sentito di più rivolte a me….che spesso mi hanno fat to sentire anche un’incapace oltre al fatto che questa malattia non me la sono s celta.!!!
Però nel tempo mi sono accorta che non posso spostare i muri e ho dei limiti anc h’io e che sono tanto stanca, ma soprattutto che non sono sola e che chiedere ai uto fa bene a se stessi e agli altri. Ho bisogno di luce.
Ti auguro tanta serenità, pace, gioia!!!
Stefi

Ciao Stefy è assolutamente come dici tu. I muri li facciamo spostare ad altri. Prendere consapevolezza della nostra condizione è un’opportunità per conoscerci più a fondo e per imparare a dire NO.
No a tutto quello che non ci va di fare, che non è necessario e che può aspettare! Un ottimo gesto d’amore verso noi stesse.
Ti abbraccio
Vero