Ciao Veronica, come vedi è notte fonda…
quindi puoi aspettarti il contenuto di questa mail… come hai detto tu in una tua risposta ad un’altra sfortunata donna…
Mi sono interrogata molto sul fatto di scriverti o meno, perchè la mia storia non ha nulla di positivo, non incoraggerà nessuna.
Sono nella fase “brutta”… sono arrabbiata, depressa e incattivita.
Una volta scrivevo molto, i miei armadi sono pieni di diari, quaderni, lettere, poesie…oggi ormai non scrivo più.
Credevo fosse un buon segno, visto che scrivevo quando stavo male, e la mia vita è costellata di disgrazie.
Invece la verità è che questo è solo un sintomo della mia rassegnazione.
Mi chiamo Anna e ho 38 anni.
Ho sempre avuto problemi di salute, diciamo che da bambina ero “cagionevole”, non mi sono alimentata nel modo corretto nella fase della crescita, sono sempre stata anemica e sotto peso.
A 14 anni e mezzo la prima mestruazione, sin da subito molto abbondante e abbastanza invalidante.
Ma mi dicevano che era normale, il ciclo doveva assestarsi…
E’ andata sempre peggiorando.
Sempre più doloroso, sempre più infernale.
Come tutte o quasi, ho girato tanti medici, ginecologi, gastroenterologi… nel pubblico e nel privato.
Ma la diagnosi era sempre la stessa: normale dolore mestruale, ero troppo ansiosa, “non è mica una malattia! è normale! sei tu che la vivi come se lo fosse!”.
Non dimenticherò mai le parole del mio medico di fiducia a mia madre: “senta signora… ma Anna questi dolori li ha anche la domenica o durante le vacanze?”.
L’ho odiato.
E non sapevo che invece mi sarei sentita dire la stessa cosa con parole diverse decine di volte…
La mia era una colite psicosomatica.
Sono stata curata per oltre 20 anni con Valpinax, Debridat, Lexotan… antispastici, calmanti, ansiolitici…
Poi ho interrotto tutto di mia spontanea volontà, non sopportavo più di intossicarmi di medicinali inutili.
E ho vissuto per tutti questi anni così, con la rassegnazione di avere una maledetta e incurabile colite.
Il mal di pancia è diventato la mia quotidianità.
Ho lasciato la scuola (oggi mi pare così stupido! ma a 17 anni si vorrebbe scomparire dalla faccia della terra piuttosto che essere additata come quella che ha sempre la diarrea e vomita e non fa ginnastica… insomma come quella MALATA).
Ho fatto mille lavori, sempre persi dopo qualche mese (anche il migliore tra i datori di lavoro si stanca di una dipendente che ogni mese se ne sta a casa per almeno 4 giorni… e spesso ti chiama un’ora prima del turno e ti dice che non ce la fa a venire).
Le uscite con gli amici si sono diradate, dopo un pò sono diventata quella asociale e inaffidabile… noiosa… che non dice mai “SI'”, ma sempre “FORSE, VEDIAMO COME STO”.
E allora inizi tu stessa a mentire, smetti di dire “ho mal di pancia”, ti inventi cose diverse… “sono stanca”, “ho mal di testa”, “non ho voglia”.
Con tutti.
Nel maggio 2011 riesco finalmente a convincere mio marito (oggi, allora mio compagno) a cercare un figlio.
Vado a fare una visita ginecologica per scrupolo… vista l’età… ma giusto per farmi prescrivere l’acido folico.
Il medico mi visita in 10 minuti, mi dice “tutto perfetto, anzi vedi questa macchia nera nell’ecografia? è il follicolo che sta per scoppiare! stasera è il momento giusto!”
Dopo 10 giorni ero al pronto soccorso in preda a dei dolori insopportabili, mai avuti, non respiravo, il dolore arrivava a tutta la schiena, alle gambe, ai polmoni…
Mi mandano d’urgenza in sala operatoria e mi dicono che è appendicite acuta.
Lì c’è una dottoressa, una ginecologa, per caso… mi visita e ferma tutto.
Dall’eco vede benissimo quella macchia nera, che era una ciste endometriosica (la famosa ciste cioccolato) sull’ovaia, altro che follicolo…
Mi ricovera e mi fa fare un’isteroscopia perchè ci sono anche dei polipi sospetti nell’utero.
A settembre mi operano in laparoscopia.
Per la prima volta in vita mia sento la parola ENDOMETRIOSI.
Ma non capisco né cosa sia né quanto sia grave…
Mi ripuliscono e mi consigliano una gravidanza immediata.
Già… che idea grandiosa!
La gravidanza non arriva, iniziamo a girare mille medici, ginecologi, andrologi… gastroenterologi…
Io non parlo di endometriosi e loro non me la nominano mai!
Alla fine la nomino io, e tutti sgranano gli occhi… “ma no… quella è un’altra cosa, signora…”.
Uno si è messo a ridere e mi ha detto “maledetto internet… dovete smetterla di navigare! dovete ascoltare noi medici!”.
Dopo l’intervento i dolori sono diminuiti per circa 3 mesi, poi è tornato tutto come prima…
Anzi, da 3 mesi anche peggio.
Sono in lista d’attesa al Negrar di Verona, dal dottor Minelli.
Forse per fine gennaio ce la facciamo.
Non so come andrà a finire la mia storia, per adesso so soltanto che la mia vita non è vita da tanti anni, che odio tutto e tutti.
I medici, i miei familiari, tutti i miei colleghi e amici che hanno sempre sminuito la mia sofferenza.
Ho voglia di regalare a ognuno di loro una copia del tuo libro, con un bel bigliettino che dice “allora?? chi era il pazzo tra me e te??”
Mi sento sola, sempre.
Mio marito mi sopporta, è molto paziente, ma non capisce.
Forse anche lui in fondo in fondo pensa che io esageri un tantino…
Lascio in giro il tuo libro nei posti più strani… chissà che un giorno non si decida a leggerne almeno il risvolto di copertina, che si incuriosisca.
Lui dice che sto male perchè sono ossessionata dalla ricerca di un figlio.
Ed è vero, che sono ossessionata.
Ma non per i motivi che pensano tutti…
Vivo di Buscopan, di borsa dell’acqua calda perennemente sulla pancia (gli amici hanno iniziato a regalarmene di colorate e buffe ad ogni Natale…).
Vivo di terrore, di noia, di internet, non riesco a lavorare da quasi 4 anni… e sto diventando una brutta persona.
Sono invidiosa, acida, insofferente e intollerante.
Per non farmi odiare mi tengo tutto dentro.
Poi la notte mi alzo piano piano e vengo in cucina a piangere.
Questo mese siamo stati bravi, abbiamo fatto bene i “compitini” nei giorni giusti… tra qualche giorno arriveranno le rosse e io dovrò di nuovo ingoiare le mie lacrime e la mia sofferenza per non appesantire il mio rapporto con mio marito.
Dovrò fingere normalità e dire le magiche parole “pazienza, sarà per il mese prossimo”.
Intanto il mal di pancia è sempre più presente, potrei contare sulle dita di una sola mano i giorni in cui sto “bene”, ovvero quelli nei quali riesco ad uscire di casa… per fare la spesa o per un cinema…
Imbottita di Buscopan, s’intende…
A volte mi sento in colpa, quando leggo le storie del tuo blog… perchè ce ne sono di terribilmente peggiori della mia.
Ma il dolore rende egoisti, ho scoperto.
E pensare che c’è chi sta peggio mi aiuta solo per qualche minuto (che poi, detto tra noi… che cosa orribile consolarsi col dolore altrui!).
Nel frattempo sono circondata da amiche e parenti incinte, continuamente!
L’età del primo figlio si è alzata, e tutte le mie coetanee iniziano a sfornare pargoli.
Mi dicono “sai, abbiamo deciso di avere un bambino”, e puntualmente dopo 3 o 4 mesi al massimo mi chiamano “sono incinta!”.
Allora fingo, sorrido, mi congratulo… poi piango per giorni e le odio.
Ma questa non sono io.
IO SONO UNA PERSONA DIVERSA!
Questa è LEI.
E io adesso sono lei…
Inizio ad odiarmi.
Cara Veronica, non importa se non pubblicherai la mia storia, so che non c’è nulla di buono e di utile in queste righe.
L’ho scritta solo per me, e per te.
Per dirti grazie, perchè quando penso a te e a tutte voi mi sembra di essere un pò meno sola, o almeno sola in mezzo a tante altre.
E per qualche minuto mi sento più forte e riesco a superare un’altra giornata.
Ti abbraccio infinitamente.
Hai ragione tu, ci sono momenti nei quali si ha bisogno di affogarsi nelle informazioni, nel dolore.
Quando ho finito il primo libro sono stata peggio per una settimana, e ho pensato “maledetta me! non avrei dovuto comprarlo!”.
Poi ho letto anche il secondo e ho scoperto che invece ne avevo maledettamente bisogno.
Avevo bisogno di tutte queste lacrime.
Per andare avanti un pò più “disintossicata”.
Grazie, per tutto quello che hai fatto e che continui a fare.
Vorrei avere un decimo della tua forza.
Ciao.
Anna.
Anna cara, la pubblico eccome, perchè le tue parole, anche se fondamentalmente sono le stesse di tutte noi, le trovo molto dirette e senza filtri. Forse perchè scritte di notte, con calma, con un bisogno urgente di mettere in fila tutti i pensieri? Sono sconcertata, è inutile, non ci si abitua mai alle mail che ricevo.
Vorrei potertela scrivere io la fine della tua storia. Voglio credere assolutamente che da gennaio, dopo il tuo intervento al Negrar ritroverai finalmente ANNA, senza dolori, senza questo grande peso che ti porti dentro da anni.
Dimmi quanti libri ti servono e te li regalo io. Tu preoccupati solo di metterli nelle mani giuste.
Ti abbraccio forte e ti ringrazio perchè a volte, come dici tu, ci si rincuora nella condivisione e le tue parole sono arrivate in un momento in cui avevo bisogno di leggerle. Come vedi è uno scambio continuo. In bocca al lupo carissima, dacci tue notizie mi raccomando!
Vero
Grazie Veronica. Appena potro’ te li ordinerò io i libri, non ti preoccupare. Però grazie della tua offerta! Sei davvero unica… Anna
Ciao Anna , io ho 23 anni e anche io purtroppo odio tutto quello che mi gira attorno.. e odio me stessa perchè non riesco ad essere una persona buona soprattutto con quel santo del mio ragazzo che da un paio di anni non riesce ad avere da me una vita normale, sia nella quotidianetà che nella sfera intima. Sto sempre male, sempre dolore e sempre arrab. ansiosa , dio solo sa quanto vorrei essere una ragazza normale, io mi sono avvicinata tanto alla fede, perchè davvero solo dio puo salvarmi… spero sempre che illumini le menti dei medici, e che di suo ci metta anche qualcosa… e per natale cosa chiedere di meglio , un pò di salute…. .. condivido pienamente la tua espressione nel definire l’endometriosi come colei che ci rende cattive e brutte dentro, l’invidia regna sovrana nel mio cuore, però quanto mi sento triste quando tutto cio accade, per questo spero che tutto questo un bel giorno possa passare! Un saluto …
Ciao, grazie per il tuo commento. Come vedi purtroppo siamo in tante, storie diverse ma per certi versi tutte uguali…
Sei molto giovane, e forse questa è una fortuna… nel senso che il saperlo il prima possibile ti consente di affrontare il problema, almeno… senza perdere anni e anni inseguendo e (non)curando patologie che non esistono!
Mi raccomando fatti seguire, e non fermarti al primo medico…
Ti abbraccio.
Ciao carissima Anna,mi chiamo ileana e anch’io ti sto scrivendo in piena notte,in una delle mie innumerevoli notti insonni a causa di questa nostra terribile “compagna”di vita che abbiamo in comune.Ti scrivo con un po’ di ritardo, avendo letto solo ora la tua storia e ti dico che sono rimasta molto colpita e mi sono molto commossa come succede spesso quando leggo il blog di Veronica.Sicuramente perche’ hai raccontato una storia con parole talmente vere,sentite,sofferte e talmente simili a quello che sto provando anch’io, da rimanere scioccata.Le parole dolore,rabbia, solitudine,depressione,rassegnazione sono parte integrante anche della mia vita e non riesco ad uscirne, malgrado all’inizio di questo calvario avessi una forza e una determinazione tale nel far capire a tutti(medici e non) che non ero impazzita all’improvviso, ma stavo realmente molto male.Vorrei dirti tante altre cose,ma non voglio dilungarmi troppo.Una cosa pero’ci tengo a dirtela:la tua storia(come quelle di tutte noi)non e’ affatto inutile e non e’ vero che non aiutera’nessuno perche’ non ha nulla di buono.Io sono convinta che ogni storia,ogni esperienza, anche la piu’ terribile possa essere d’aiuto per chi come me,te e tante altre in questo momento soffrono e,soprattutto,si sentono sole nel loro dolore e hanno bisogno di sapere che c’e’ qualcuno che SA cosa si prova.Ti sento molto vicina e spero con tutto il cuore che tu riesca a stare meglio.E’ l’augurio che faccio anche a me stessa e a tutte noi.Se vuoi contattarmi puoi chiedere tranquillamente la mia mail a Veronica(mi farebbe molto piacere).Comunque tienici informate sull’ esito dell’intervento.In bocca al lupo per tutto.Ti abbraccio.Ciao
ciao Ileana, mi ha fatto piacere leggere il tuo commento… non so nulla di te, ma ormai ho capito che non ce n’è bisogno… la sofferenza è la stessa e traspare immediatamente.
Ti ringrazio per gli auguri, e naturalmente anch’io ti auguro che la tua situazione migliori il più possibile!
Se vuoi scrivermi non ci sono problemi, ciao! Anna
Ciao Anna quanto hai ragione!Purtroppo raccontarti tutto del mio calvario sarebbe stato troppo lungo.Comunque,come ti ho gia’ detto,e’praticamente uguale al tuo.Se ti va di approfondire la nostra conoscenza e magari parlando, riuscire a risollevarci un po’,chiedi pure la mia mail a Veronica.In attesa di sentirci,ti auguro un anno nuovo migliore e che tu riesca finalmente a migliorare la tua vita.Ti abbraccio.Ciao