Come tante storie che ho letto, anche la mia è basata su un percorso
lungo e tortuoso.
Ancora prima di avere il primo ciclo, soffro di dolori che si pensava
fossero attribuibili ad una colite spastica.
I primi cicli, sempre dolorosissimi con mal di testa, nausea e alcune
volte anche vomito mi sfiancavano a tal punto che dovevo rimanere a
casa da scuola e perdere tanti giorni.
Il medico diceva di non preoccuparmi, che appena sarei cresciuta un pò
mi sarei “regolata”.
Insomma una vita, disabilitante, in tutto e per tutto. Il lavoro viene
reso difficile perchè ovviamente non puoi assentarti 4 giorni al mese,
e allora raccogli tutte le tue forze e vai avanti.
Le diagnosi sono sempre state di ovaio policistico fin quando un
ginecologo rinomato mi disse che avevo una cisti di 2 cm all’ovaio
destro ma che non era nulla di preoccupante. Nel frattempo continuo a
soffrire senza ovviamente avere riscontro dall’esterno. Vengo definita
capricciosa, debole, viziata. Prendi una bustina e vieni a ballare,
dicevano le mie amiche… e io a letto a contrcermi dal dolore. Finchè
nel novembre 2009 dopo un notevole ritardo nel ciclo, sto male a tal
punto che mi faccio portare d’urgenza dalla mia ginecologa di allora.
Era lunedì mattina e stavo malissimo dalle 5. Dopo 2 bustine di
antidolorifico si decide a farmi una ecografia ma non riscontra nulla.
Alle 22 mi portano in clinica, ma dopo una flebo di antispastico,
alzano le mani e mi dicono di farmi portare al pronto soccorso più
vicino in chirurgia d’urgenza perchè loro non sanno che fare.
Arrivo al PS alle 22,30. Anche quì accusata di fare i capricci per un
pò di ciclo… Mi buttano in corridoio su una barella, mi fanno le
analisi al sangue, radiografie, tac e una visita ginecologica. Il
ginecologo di turno si incavola perchè mi lamentavo e non riuscivo a
farmi fare la visita. i rimanda in PS con la dicitura che dice che “la
paziente non è collaborativa”. Si fanno le 9 del martedì mattina e il
chirurgo di turno mi sveglia dal mio torpore, dicendomi che dalle
manovre effettuate sul ventre riteneva che fossi in peritonite e che
dovevo essere immediatamente operata. Io accettai sfinita, forse anche
poco consapevole, ma decisa a farmi passare quel dolore che quasi mi
uccideva e che, nei tratti in cui crollavo addormentata (o svenuta non
so) mi faceva sognare di essere morta.
Quatto e dico quattro ore di intervento, stavo andando quasi in
setticemia. Dal racconto dell’anestesista che si affacciò dalla sala
operatoria, appresi ch avevano anche chiamato un ginecologo perchè
pensavano che il mio apparato riproduttivo si fosse compromesso a
seguito dell’infezione. Insomma in parole povere nessuno sapeva il
perchè di questa peritonite però notano una cisti sospettando che
fosse endometriosica. Ma nessuno la tocca.
Mi rimetto a fatica dopo una settimana di degenza ospedaliera e vado
ad un controllo dal ginecologo dell’ospedale che mi disse che avevo
avuto un ascesso pelvico dovuto ad un’infezione curata male. Certo mi
disse, più partner cambia, più possibilità ha di contrarre malattie…
Mi hanno presa pure per una poco di buono capisci??? Io ero attonita e
sconvolta.
Infine torno dalla mia ginecologa che mi conferma la diagnosi,
dicendomi che non si sarebbe mai immaginata che potesse succedere una
cosa del genere.
Fatto sta che dopo un mese esatto la mia cisti era già di 6 cm.
Faccio allora delle ricerche, chiamo cliniche, luminari, medici e
scienziati. Sarei stata disposta anche a rivolgermi ad uno sciamano.
Nel frattempo, ricomincio a soffrire peggio di prima e nonostante
questa croce, arrivano anche gli attacchi di panico talmente
debilitanti da dover essere continuamente portata al PS perchè anche
quì non si capiva cosa avessi. Ma questa è un’altra storia.
Insomma, becco il luminare che mi vuole operare immediatamente non
garantendomi però la riuscita dell’intervento. Quindi rinuncio.
Dimagrisco 10 chili in un mese per colpa degli attacchi di panico e mi
sparisce il ciclo. Passo i 6 mesi più belli della mia vita. So che non
è bello da dire, ma per la prima volta, sto veramente bene. Niente mal
di pancia, niente coliche, niente sbalzi d’umore.
Mi rivolgo all’ennesimo medico, che mi ha in cura tutt’ora e che si è
rivelato un genio in fatto di comprensione ed umanità. La cisti è
cronicizzata e tenuta sotto controllo e ogni 6 mesi faccio un’eco e le
analisi e come molte prendo la pillola.
Sono passata attraverso la depressione, gli attacchi di panico e
l’endometriosi e sono ancora quì. Mi sono anche inventata un lavoro da
fare in casa per non dover fare l’impiegata e prendermi i miei tempi.
Ho “ben” 37 anni ma me ne sento 25. Ma mi chiedo sempre se troverò
qualcuno che riuscirà a starmi accanto come un compagno amorevole e
affettuoso…
Questa è la mia storia. la nostra storia. Spero possa essere d’aiuto
per tante donne che devono affrontare questo cammino. Io ho accettato
la mia condizione e ormai non mi pesa più di tanto. Ma capisco quali
problemi possa portare nel quotidiano. In bocca al lupo a tutte!!!
Grazie per l’attenzione.
Daniela
Mi sembrava di leggere una storia romanzata ambientata a fine ‘800 !!!! Ma in che epoca hai vissuto? In che paese del terzo mondo hai vissuto??? Davvero allucinante! Con tutta l’informazione che cerchiamo di fare siamo ancora in queste condizioni in certi ospedali italiani. Coraggio e in bocca al lupo per tutto. Mi raccomando … almeno una visita in un centro specializzato pubblico falla! Ciao
Veronica