8) Storia di P.

Care amiche,

scrivo anche io la mia storia a voi che potete capire…Sì perchè la cosa peggiore di questa malattia è quella di non essere comprese fino in fondo.

Ho 31 anni e circa due anni fa andai a fare la mia abituale visita ginecologica annuale..

Quando andai, la mia dottoressa notò qualcosa di strano e mi disse che forse si trattava di un fibroma…ma non mi fece l’ecografia ne’ tanto meno me la prescrisse. Piuttosto mi diede dei farmaci omeopatici, con cui io mi curo abitualmente. Da lì a pochi giorni cominciai ad accusare dei fortissimi dolori all’addome, un senso di peso…tanto pensai di essere incinta, figuratevi! Tornai da lei e questa volta decise di farmi l’eco. Scoprimmo una ciste di circa 12 cm. Mi consigliò il Pronto Soccorso. Immaginerete il mio terrore…ancora non mi parlavano di endometriosi ma di cisti ovarica la cui natura non si poteva ancora sapere. Io pensai alle cose peggiori, i miei giorni e le mie notti erano solo incubi e pianti. L’esperienza in ospedale orrenda. Mai provata tanta paura…vedere tutte quelle donne sofferenti, violate nella loro intimità..accanto a partorienti felici. E’ stata dura davvero. Operata  in laparoscopia si scoprì la mia endometriosi. Da lì la mia vita è cambiata…Dopo l’intervento ho avuto dolori lancinanti, di cui tutti mi dicevano di non preoccuparmi. Ma io questa volta sono andata avanti, noncurante delle varie accuse di ipocondria. Ho fatto  una Tac, varie ecografie…Per fortuna non c’era niente a parte una colite nervosa. Tuttavia, ora mi controllo ogni volta che mi va, anche ogni tre mesi, cosa che mi fa considerare dai medici una simpatica ma soprattutto pazza paziente. Per fortuna sto bene, sono in cura con la pillola ma spero di avere un figlio presto. Purtroppo ci sono problemi di lavoro e soldi e non è facile. Neanche sentirsi dire dai medici “si sbrighi perchè altrimenti…!” E’ stato un trauma ma ora sono più forte anche rispetto a questo. So rispondere e cerco di non prendermela e di amare questa vita così come la respiro ogni giorno. Questa esperienza mi ha almeno insegnato che quello che conta più di tutto è essere determinate e perseguire quello che si sente più giusto per noi stesse. I medici a volte sono crudeli e ci trattano come carne da macello, altre volte come pazze visionarie.Altre volte si prendono davvero carico di noi come persone. Ma quello che conta di più è prendersi cura di noi stesse, cercando, cercando sempre quello che è più giusto quello che ci rende più felici. E la guarigione può passare per tante strade diverse. Io pratico yoga da vari anni e mi ha aiutato, come mi hanno aiutato gli amici le amiche i miei genitori ma soprattutto il mio amore per me stessa e per la vita. In bocca al lupo a tutte e se siamo qui vuol dire che almeno non abbiamo perso voce

Carissima P. non commento la tua esperienza, nelle tue frasi c’è sia il mio sdegno che la mia approvazione. Non occorre specificare quali. Ti abbraccio e grazie per averci scritto.
Veronica