Ciao Veronica,
sono Laura, ho appena iniziato a leggere il tuo ultimo libro Condividendo, col viso solcato dalle lacrime… per cui la voglia di scrivere a te, cercando di raggiungere il cuore e il dolore di tante altre donne.
La mia vita, in breve… ho quasi 39 anni, da 15 anni sono affetta da cefalea cronica quotidiana, la terapia standard non funziona, non mi reco neanche piu’ a visite specialistiche, domo il dolore quotidiano con la forza della paziente sopportazione.
Da anni sono anche affetta da depressioni bipolari, un abisso di dolore senza fine e senza apparente scopo, in cui mi muovo da sola, nel buio della disperazione piu’ totale. Non posso piu’ sottrarmi ai trattamenti standard, spero mi aiutino a non crollare piu’ cosi’ in basso: ogni volta riemergere mi strappa le viscere…
La vita mi ha pero’ dato anche un dono enorme, piu’ grande di me e delle mie speranze. Una figlia bellissima, ha sei anni, mi somiglia, solo che i suoi occhi azzurri rivelano una serenita’ che io forse non ho mai conosciuto direttamente… devo crescerla forte e fiduciosa, da sola, all’estero.
Dopo anni di tormenti, e’ diventato ormai evidente che suo padre non puo’ amarci, non accetta la semplice dimensione famigliare, anche se e’ sempre stato libero di farne parte o meno. Manifesta il tutto con violenza, urla, minacce, inganni, tradimenti… l’ultima notte trascorsa nella stessa casa ho chiamato la polizia perche’ non mi sfracellasse contro una porta di vetro, l’unica paura nei mie occhi e’ che la stanza di mia figlia era troppo lontana perche’ io potessi proteggerla.
In poche ore con l’aiuto di amici carissimi, ho raccolto tutto, anche i pezzi dei miei sogni infranti, preso mia figlia e ricominciato a vivere, altrove.
Considerata la sua evidente attivita’ sessulae promiscua, decido di fare un controllo ginecologico.
E li’, si rivela un altro male fino ad allora silente, ed asintomatico.
L’ho vista subito, una ciste di piu’ di 5 cm, non piu’ trasparente. Non sono romantica al punto da pensare che siano lacrime non versate. La diagnosi di sospetta endometriosi si conferma dopo 20 gg, la ciste e’ 7.5 cm, richiesta di intervento urgente.
Riesco a negoziare di rinviare la laparoscopia di 10 gg, il giorno dopo il sesto compleanno di mia figlia. Lei, che ha gia’ visto dolore e inganni, vive una festa bellissima, passando di cuore in cuore, di abbraccio in abbraccio ed evitando il dolore e i discorsi che non le piacciono.
La sera le dico che avro’ un meeting di lavoro a cui lei non puo’ venire, saro’ via solo qualche giorno..le sue lacrime e le sue grida di protesta mi riecheggiano ancora dentro mentre sono in clinica, ma sono impotente.
La grande cisti ne nasconde un’altra, piu’ due aree all’intestino. Necessaria terapia ormonale.
Alle mie deboli argomentazioni, il cinismo medico risponde: perche’ lei vorrebbe avere dei figli?
L’ho gia’ ammesso, ho quasi 39 anni e cresco una figlia da sola, all’estero, ma questo non conferisce a nessuno il diritto di trattarmi cosi’.
In effetti l’unico desiderio di mia figlia e’ di avere una sorellina con cui giocare, anzi quattro e magari un marito che resti con me fino alla fine dei miei giorni.
Non contanto le ore passate a parlarne, i sogni di una bambina non si piegano nemmeno davanti all’evidenza, ai ragionamenti, alle spiegazioni… e forse e’ giusto cosi’.
Mesi fa, lessi che chi come me e’ affetto da disturbi bipolari non dovrebbe avere figli, visto che anche questa sindrome e’ ereditaria.
Al momento quelle parole mi fecero sentire in colpa… la possibilita’ di averle passato geneticamente o di trasmetterle vivendo le mie emozioni intense, indomabili e potenzialmente distruttive, mi ha piegato piu’ della depressione stessa…
Poi e’ scattata la ribellione, e’ esplosa la vita di chi e’ abituato a vivere lottando contro il male, qualsiasi male.
Mia figlia e’ una persona bellissima, e io come madre sono in grado di seguirla in ogni momento, in ogni emozione, in ogni caduta, in ogni rinascita…
Sono fortunata ad avere lei, nonostante le mie malattie croniche, sono fortunata ad essere una donna, che non conosce dolore che non si possa sopportare e vincere, che non conosce piu’ vergogna, le mie vicende personali sono state sulla bocca di tutti, il mio riserbo e’ stato violato ogni giorno.
Cosi’ posso sollevare la testa, sguardo fiero e sorriso sulle labbra, crescero’ mia figlia fiduciosa, assieme a tutte le donne che sanno amare, anche nel dolore, fisico e dell’animo.
grazie per avermi letto,
laura
Laura … che bella mail … anzi no … che bella persona che mi hai fatto conoscere … anzi no … due persone.
Una mamma e una figlia così tanto legate, unite, forti e vive.
Questa è la sensazione che traspare dalle tue parole.
Il tuo grande amore per lei … che ti fa andare avanti e fare da schermo protettivo per tua figlia.
Dal dolore nascono sempre sentimenti forti, e credo che tu sia riuscita bene a trasformarli per te e per lei in sentimenti positivi, costruttivi.
E’ vero … siete sole … all’estero … ma siete insieme e nella vostra bolla d’amore. Impenetrabile.
Questa tua frase : “Non sono romantica al punto da pensare che siano lacrime non versate” mi ha fatto sorridere … perché proprio oggi .. durante un ennesimo confronto tra amiche … si è parlato di chi crede che l’endometriosi si annidi nel ventre di donne che hanno vissuto sofferenze.
Neppure io sono romantica a tal punto … le malattie sono malattie. Arrivano tutte senza bussare. Non vengono risparmiati neppure neonati e bambini. Non c’è pietà in questo, non ci sono colpe, non ci sono perché.
Trovo che stare a torturarsi per cercare di capire “perché proprio a noi” sia un atteggiamento punitivo inutile.
Guardare indietro, non serve a molto … così come non serve a molto guardare di fianco, come dice Onda in Condividendo.
Avanti, sempre avanti, si deve guardare.
E tu sai farlo Laura. Circondati di persone positive e che possano donarti amore. Allontana chi amore non può darti.
Ti abbraccio forte … te e la tua bambina. Per qualsiasi cosa siamo tutte qui per te.
Veronica