681) Storia di Elisa

Ciao,

sono Elisa ho 33 anni. Rileggo le storie delle altre e rivedo la mia vita. Fin da ragazza cicli dolorosissimi, i dottori che dicono che così giovane non puoi prendere la pillola. Quindi antidolorifici. Tutta la vita in funzione del ciclo. Ricordo ancora la gita della quinta superiore: io che svengo dal dolore, siamo ad Amsterdam. I professori e i compagni vanno a visitare il museo. Io rimango all’ingresso da sola stesa su una panchina.

Poi diagnosi ovaio policistico, quindi pillola. La prendo un po’ di tempo poi devo cambiarle perchè dopo un po’ non fanno effetto.

Cerco di avere una vita normale, mi fidanzo, mi sposo. Decidiamo di cercare un bambino, sospendo la pillola. I geni della lampada da cui sono andata mi dicono di continuare a provare, passano 3 anni. Alla fine il ginecologo mi fa fare tutti gli esami e mi manda in un centro specializzato. Endometriosi al IV stadio, interessamento del giunto retto sigma.

Dopo i mesi di lista d’attesa, mi operano. Nessuno mi dice di stare a riposo, esco dalla sala operatoria e mi sento male.

Emorragia interna. Dopo una settimana altro intervento e confezionamento stomia, forse l’emorragia aveva compromesso il buon esito del primo intervento. Vado dal primario privatamente e mi dice che devo prendere il Primolut fino alla menopausa e che la mia pancia non deve più essere toccata perchè ho già subito 3 interventi e sono in attesa del 4° (la ricanalizzazione).

Io mi chiedo, perchè non posso essere normale come le altre ragazze della mia età?

Poi mi dico che questo sarà il mio destino, farò la zia e mi dedicherò alle mie passioni.

E’ difficile spiegare e farsi capire dal marito, lui vorrebbe un figlio a tutti i costi, ma da quanto ho capito io potrei ricorrere solo all’utero in affitto (che in Italia non esiste).

Vorrei fare l’intervento di ricanalizzazione al più presto per ritornare almeno ad una vita più normale. Poi il morale tornerà un po’ più su.

 

Elisa

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